Il credito d’imposta per i beni 4.0

Tra gli incentivi riconosciuti dal Piano Nazionale Transizione 4.0, vi è il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi, dotati delle caratteristiche tecnologiche tali da poter essere annoverati nell’ambito “Industria 4.0”.

Nell’ultimo aggiornamento, la misura agevolativa consente di recuperare, per gli investimenti realizzati nel corso del 2022, fino al 40% del costo sostenuto per l’acquisto di beni materiali 4.0.

Per gli investimenti in beni immateriali, il credito d’imposta è stato recentemente innalzato dal 20% al 50%.

Caratteristiche dei beni agevolabili

E’ bene chiarire che i beni interessati devono essere “strumentali” rispetto all’attività esercitata, quindi funzionali al processo produttivo e contabilmente inseriti in bilancio.

I beni strumentali materiali per essere definiti tali e dunque abilitanti alla trasformazione Industria 4.0 devono avere cinque caratteristiche:

  1. Controllo per mezzo di CNC (Computer Numerical Control) e/o PLC (Programmable Logic Controller);
  2. Interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica (da completare entro la fine dell’esercizio durante il quale il bene agevolato è entrato in funzione);
  3. Integrazione con il sistema logistico della fabbrica e/o altre macchine (integrazione automatizzata);
  4. Rispondenza ai più recenti standard in termini di sicurezza.

Inoltre, dovrà rispettare almeno due dei seguenti requisiti:

  • sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto
  • monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo
  • caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico)

Se il bene è invece un sistema per il miglioramento della qualità, della sostenibilità o dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0, è necessario il rispetto del solo requisito dell’interconnessione. I beni immateriali4.0 quali software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni, sono agevolabili se rientrano tra le categorie elencate nell’Allegato B della già citata Legge di Bilancio n. 232 del 2016.

E’ bene evidenziare che con il termine “interconnessione” si intende è la comunicazione, scambio dati, tra due o più elementi.

Il principale vantaggio del paradigma Industria 4.0 è la possibilà di raccogliere dalla rete di macchine e sensori in tempo reale tutte le informazioni necessarie ad analizzare i propri sistemi produttivi.

E’ quindi necessario che tutti gli asset coinvolti nella filiera logistico-produttiva aziendale siano interconnessi al sistema informativo aziendale.

Grazie all’analisi dei dati, sarà possibile migliorare l’intera catena produttiva, analizzare nel dettaglio le debolezze del sistema di produzione e sfruttare la tecnologia per aumentare il vantaggio competitivo.

Per fare questo è necessario che ci sia una forte integrazione tra tutti i processi aziendali

Diviene importante quindi, acquistando un bene “industria 4.0 ready” verifcare la corretta corrispondenza dei beni ai requisiti 4.0 previsti, in particolare proprio alla modalità di interconnessione.

Innanzitutto, per essere qualificato come interconnesso, un bene strumentale deve favorire lo scambio di informazioni con i sistemi aziendali (es.: sistemi di monitoraggio locale o da remoto, sistema gestionale, ecc.) attraverso l’uso di un collegamento basato su specifiche documentate e disponibili pubblicamente, possibilmente protocolli industriali certificati (vedi Profibus, Profinet, Modbus, OPC etc).

Inoltre, è necesario che l’identificazione del bene strumentale sia univoca, assegnando ad ogni macchina un indirizzo IP.